Corso di Perfezionamento in Leadership in Medicina – II edizione – ALTEMS

Il Corso di Perfezionamento in Leadership in Medicina, offerto da ALTEMS, è giunto alla seconda edizione.

In un momento storico caratterizzato da profondi cambiamenti epidemiologici, demografici, sociali, culturali ed economici, la sostenibilità̀ di un sistema sanitario equo e universale è basata sulla capacità dei medici e dei professionisti sanitari non solo di partecipare direttamente alla gestione del sistema, ma soprattutto di sviluppare una visione del futuro, di pianificare l’adattamento del sistema rispetto alle variazioni del contesto sociale, di gestire la trasformazione e il cambiamento.

La leadership in medicina è, sostanzialmente, un insieme di processi che crea le organizzazioni dalle fondamenta o che le adatta al sopraggiungere di importanti cambiamenti esterni. La leadership disegna i confini del futuro, allinea le persone a una visione comune e orienta gli sforzi alla realizzazione del progetto nonostante gli ostacoli.

Cinque temi comuni catturano la vera essenza della leadership: la visione, la creazione di una cultura di valori condivisi, la pianificazione di una strategia e la sua attuazione, l’empowerment delle persone, l’influenza, la capacità di motivazione ed ispirazione. La capacità di percepire i limiti della propria cultura e continuare a svilupparla adattandosi è l’essenza e sfida ultima della leadership.

In tal senso, il corso di perfezionamento in Leadership in medicina intende offrire un’opportunità per la qualificazione post-universitaria di operatori che rappresentano le figure chiave nell’organizzazione e gestione delle attività delle aziende e dei servizi sanitari.

A conclusione del corso, a coloro che avranno superato la verifica finale per la valutazione del livello formativo e di apprendimento raggiunto, ai sensi dell’art. 6 della legge 341/1990, verrà rilasciato un attestato.

Il corso, della durata complessiva di 100 ore di lezione, per un totale di 12 CFU (crediti formativi universitari), si articola in 10 moduli residenziali che sviluppano le seguenti tematiche:

  • La leadership in medicina: le politiche sanitarie di ieri, oggi e domani; verso una sanità di valore; medicina di popolazione basata su sistemi, reti e percorsi; le regole della complessità; la medicina personalizzata (20 ore)
  • Efficacia personale: sviluppare la consapevolezza di sé; gestire e migliorare se stessi; sviluppare l’intelligenza emotiva; sviluppare strategie e tecniche di comunicazione. (20 ore)
  • Lavorare con gli altri: sviluppare reti, costruire e mantenere relazioni; incoraggiare i contributi di tutti; lavorare in squadra. (10 ore)
  • Tracciare la direzione di marcia: identificare e gestire i cambiamenti possibili; applicare conoscenze e prove di efficacia; prendere decisioni e valutarne l’impatto. (10 ore)
  • Gestire i servizi sanitari e leadership: pianificare, programmare e realizzare; gestire le risorse, le persone e le performance; guidare il miglioramento della qualità nelle organizzazioni; integrare l’assistenza e sviluppare i percorsi. (20 ore)
  • Migliorare i servizi: assicurare la sicurezza dei pazienti; realizzare sistemi di valutazione; promuovere il miglioramento e l’innovazione; facilitare la trasformazione. (20 ore)

Il Corso è rivolto a operatori del settore sanitario, in possesso di diploma di laurea (diploma universitario, laurea triennale, laurea vecchio ordinamento, laurea a ciclo unico, laurea specialistica, laurea magistrale), che per ragioni professionali e/o interesse culturale intendano qualificare o riqualificare le loro competenze in materia di leadership in medicina.

Per ulteriori informazioni consultate il sito

http://altems.unicatt.it/altems-leadership-in-medicina-presentazione-4058

Corso di Perfezionamento sulla Leadership in Medicina

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Il Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina insieme con l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore organizza la prima edizione del Corso di Perfezionamento sulla Leadership in Medicina.

Le iscrizioni scadono il 30 dicembre 2015.

Per maggiori informazioni ed iscriverti al corso visita la pagina http://altems.unicatt.it/altems-leadership-in-medicina-presentazione

In un momento storico caratterizzato da profondi cambiamenti epidemiologici, demografici, sociali, culturali ed economici, la sostenibilità̀ di un sistema sanitario equo e universale è basata sulla capacità dei medici e dei professionisti sanitari non solo di partecipare direttamente alla gestione del sistema, ma soprattutto di sviluppare una visione del futuro, di pianificare l’adattamento del sistema rispetto alle variazioni del contesto sociale, di gestire la trasformazione e il cambiamento.
La leadership in medicina è, sostanzialmente, un insieme di processi che crea le organizzazioni dalle fondamenta o che le adatta al sopraggiungere di importanti cambiamenti esterni. La leadership disegna i confini del futuro, allinea le persone a una visione comune e orienta gli sforzi alla realizzazione del progetto nonostante gli ostacoli.
Cinque temi comuni catturano la vera essenza della leadership: la visione, la creazione di una cultura di valori condivisi, la pianificazione di una strategia e la sua attuazione, l’empowerment delle persone, l’influenza, la capacità di motivazione ed ispirazione. La capacità di percepire i limiti della propria cultura e continuare a svilupparla adattandosi è l’essenza e sfida ultima della leadership.
In tal senso, il corso di perfezionamento in Leadership in medicina intende offrire un’opportunità per la qualificazione post-universitaria di operatori che rappresentano le figure chiave nell’organizzazione e gestione delle attività delle aziende e dei servizi sanitari.

A conclusione del corso, a coloro che avranno superato la verifica finale per la valutazione del livello formativo e di apprendimento raggiunto, ai sensi dell’art. 6 della legge 341/1990, verrà rilasciato un attestato.

Qui il calendario didattico previsto. pdf_download-300x262

In tema di esoneri ECM si rinvia alla Determina della CNFC del 17 luglio 2013 avente per oggetto: Esoneri, Esenzioni, Tutoraggio Individuale, Formazione all’estero, Autoapprendimento, Modalità di registrazione e Certificazione, che potrà essere consultata presso il sito dell’AGENAS
http://ape.agenas.it/documenti/Normativa/NOTE_DETERMINA_CNFC_17_07_2013.pdf

Corso di Formazione CIVES – Città Vive, Eque e Sane

Dal 20 al 23 aprile 2015 si è svolto il corso di formazione “CIVES – Città Vive, Eque e Sane” organizzato dal Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina all’interno del programma Accademia per l’Autonomia realizzato da ANCI e UPI in convenzione con il Ministero dell’Interno.

Amministratori locali, dirigenti e funzionari di comuni, città metropolitane e province hanno preso parte al corso di formazione.

In questa pagina è possibile scaricare il materiale didattico relativo al corso (cliccando sull’icona del file a sinistra del titolo della lezione). Al materiale didattico si aggiungono articoli scientifici e documenti ufficiali utili per l’approfondimento dei temi trattati.

 

lunedì 20 aprile martedì 21 aprile mercoledì 22 aprile giovedì 23 aprile
9.30 – 10.00Introduzione al corso

Prof. C. Favaretti

10.00 – 12.00

La salute in tutte le politiche

Prof. C. Favaretti 

12.00 – 13.30

Rete Città Sane

Dott. D. Biagioni Coordinatore Nazionale Rete Città Sane, Comune di Modena

 

14.30 – 16.30

I problemi emergenti e le strategie globali ed europee: Health 2020

Dott. A. Poscia

 

9.30 – 11.30Lo stato di salute della popolazione nei comuni italiani: i bisogni e le nuove sfide

Dott.ssa T. Sabbetta e Dott.ssa M. Marino

11.30 – 13.30

PROGETTARE IN COMUNE

Alimentazione e obesità

Dott. P. Campanella

14.30 – 16.30

PROGETTARE IN COMUNE

Attività fisica e stili di vita

Dott. M. Colotto

 

9.30 – 11.30I determinati sociali di salute e le disuguaglianze

Dott.ssa G. Silvestrini

11.30 – 13.30

PROGETTARE IN COMUNE

Vulnerabilità ed emarginazione sociale: ascolto, comunicazione e relazione

Dott.ssa G. Silvestrini

14.30 – 16.30

PROGETTARE IN COMUNE

Fragilità e non-autosufficienza

Dott. P. Parente

 

9.30 – 11.30Il nuovo volto delle città: il sistema urbano e la riqualificazione urbana per la qualità della vita

Dott. A. Poscia

11.30 – 13.30

PROGETTARE IN COMUNE

Ambiente urbano e ciclo dei rifiuti

Dott. P. Parente

14.30 – 16.30

Reti territoriali e integrazione tra amministrazioni locali

Prof. C. Favaretti

 

La Medicina è organizzazione: alla ricerca di leader moderni

La Medicina è organizzazione: dall’accademia al team building, la comunic-azione e il gioco di squadra

di Federica Mancinelli

“Siamo una squadra o un gruppo? “

Quante organizzazioni, quanti responsabili di enti e aziende si fanno questa domanda? Quanto ancora si è convinti che basta stare insieme, essere individualmente competenti e arrivare indenni alla fine della giornata per aver svolto il proprio dovere, esser stati efficaci e aver migliorato, quel giorno, l’ambiente circostante?

Il “futuro prossimo” pone grandi sfide. Siamo arrivati al punto in cui la leadership liquida, per parafrasare Bauman, quella per nomina o autoreferenzialità, non basta più: la globalizzazione non riguarda solo politica ed economia, ma richiede osmosi anche gestionali e di trarre esempi e metodi anche da organizzazioni professionali con scopi e obiettivi sostanzialmente diversi. Ne analizziamo due, considerando che si può ormai ben dire che la metà degli sprechi della Sanità pubblica è dovuta ad un’assistenza (e quindi ad un’organizzazione) dis-integrata, al sovra utilizzo inappropriato di farmaci, procedure e prestazioni o ad un sottoutilizzo delle stesse da parte di pazienti che ne avrebbero bisogno e ne ricaverebbero beneficio.

La prima: l’organizzazione sportiva. Qui la domanda iniziale è fondamentale: un’azienda di fuoriclasse è un gran dono, ma è, appunto, solo un gruppo se non intervengono figure di supporto e coordinamento a trasformarlo in squadra. E soprattutto, se non interviene un leader. Julio Velasco, commissario tecnico della Nazionale argentina maschile di pallavolo, sa bene che cosa è il “gioco di squadra” e ha individuato le caratteristiche generali del suo “conduttore” applicabili ad ogni organizzazione. Un leader dev’essere giusto (cioè, deve armonizzare tutti i punti di vista dei suoi giocatori), dev’essere autentico (per essere credibile), disponibile (dalle torri d’avorio si fatica ad uscire, e per alcuni può essere una fortuna, ma la cosa dannosa è che si fatica ad entrare), autorevole (cioè, deve sapere; in mancanza deve studiare: senza la competenza non c’è carattere, sacrificio o entusiasmo che tenga), deve saper trasmettere ai suoi il senso di appartenenza (credendoci prima e poi convincendo che appartenere a tale o talaltra organizzazione è per ciascuno un onore e un motivo di orgoglio).

A che servono, però, queste caratteristiche se si governa un gruppo di fuoriclasse, poco disposti, per natura, a cedere centimetri di posizione e autorevolezza? Servono, e molto: perché con un gruppo di fuoriclasse non si vince nulla. E perché un gruppo di soli fuoriclasse in natura non esiste. “A me non interessa chi schiaccia la palla su un’alzata perfetta” – dice Velasco – “a me interessa chi la sa schiacciare quando l’alzata perfetta non è”. E tutte le organizzazioni e le aziende del mondo, anche quelle apparentemente perfette, comprendono alzatori non sempre da Nobel e schiacciatori, magari eccellenti, che comunque non hanno scelta: devono aspettare la palla.

La seconda: l’organizzazione musicale, cioè l’orchestra. Qui il tema è forse ancor più delicato: il Direttore può cambiare, da solo e anche in un solo minuto, il senso e l’esito di un’esecuzione. Basta guardare o non guardare negli occhi i musicisti, basta muoversi partecipando o stare ritti, severi e fissi sulla partitura, basta gratificare con lo sguardo il primo violino e la fila dei fiati o stare continuamente ad occhi chiusi perché anche Mozart debba stare ad aspettare. Allora, qual è il bravo Direttore d’orchestra? Anche in questo caso vale uno dei matrimoni più riusciti e duraturi della storia: hard & soft power. Né severi né passivi, ma autorevolmente partecipativi. E’ questa formula, non troppo magica, ma non sempre di facile applicazione, lo schema vincente. E contagioso.

Torniamo alla Medicina. Ferma restando l’idea aurea della competenza professionale, senza la quale ogni discorso è inutile, la Comunic-azione della salute, cioè la “messa in comune” delle azioni di ogni membro della squadra, può e deve trarre esempio dalle altre organizzazioni. Sia perché i mondi professionali e umani non sono più così nettamente separati come un tempo; sia perché abbiamo tanto invocato l’empowerment (cioè, la forza della consapevolezza) del paziente e ora lui o lei sono diventati i veri protagonisti (sia di alzata che di schiacciata) delle varie e diverse fasi della formazione, dell’assistenza e della cura; sia perché, fortunatamente, le figure sanitarie, tutte, lavorano per interdisciplinarietà e in comunic-azione continua.

Le figure dei Medici manager, relativamente molto recenti, non sono un capriccio esterofilo, ma ormai una necessità e sempre più spesso una realtà. Così come i manager “puri” affidati alla Sanità devono davvero “immergersi” e farsi plasmare in uno dei mondi che forse si sta trasformando di più.

Non è facile, anzi, è molto faticoso: come tutte le fasi di trasformazione, per di più a risorse scarse e, spesso, con piani formativi ancora tradizionali, il lavoro del leader delle organizzazioni sanitarie è complesso. Fortunatamente, però, giunge a supporto il segreto di tutto: la leadership diffusa. In ambienti, cioè, sempre più complessi che hanno come obiettivo il più delicato di tutti, il raggiungimento delle migliori condizioni di salute per ciascuno, non si può contare solo su se stessi e sui pochi fidati e fedeli, ma, guidando, dando l’esempio, soprattutto ascoltando, si può creare un sistema non più basato su “centri”, ma su “nodi” che hanno bisogno l’uno dell’altro e dai quali saper trarre il meglio.

Il meglio da ciascuno, per tutti: questa è la grande sfida di tutte le organizzazioni che vogliano fare, in meglio, la differenza, e quindi, questa oggi è anche la sfida della Sanità pubblica. L’esigenza dell’organizzazione e l’esigenza del paziente non devono più apparire in contrasto, anzi: è attraverso il “gioco di squadra” (badando attentamente a non far alzare chi sa schiacciare, e viceversa) che si abbattono gli sprechi e si migliorano i bilanci.

Con il quid pluris di umanità (“umanizzazione”, come si suol dire oggi) che in ogni azienda sanitaria è davvero la base di ogni leadership.

(Un ringraziamento particolare al dott. Carlo Favaretti per la teoria e soprattutto per l’esempio)